L’aspettativa verso l’efficienza delle istituzioni, la qualità dei servizi e la trasparenza delle politiche è sempre più alta. In un’epoca di transizioni – digitale, ambientale, demografica – la PA non può limitarsi a gestire l’esistente: deve diventare protagonista, usando governance e piattaforme digitali per orientare meglio le risorse, supportare con dati certi le decisioni e valutare gli impatti delle politiche in modo sistematico. È un cambiamento possibile: oggi esistono soluzioni che permettono di passare da una gestione frammentata a una smart governance capace di scegliere, misurare e comunicare con maggiore chiarezza.
La PA come motore di sviluppo economico e sociale
La pubblica amministrazione è uno dei principali motori dello sviluppo economico e sociale: le più importanti organizzazioni internazionali sottolineano che qualità della governance, efficienza dei servizi e capacità di attuare politiche efficaci sono determinanti per produttività, investimenti e coesione sociale.
Government at a Glance 2025 dell’OECD mostra che rafforzare la capacità amministrativa, la digitalizzazione e la qualità regolatoria è una condizione chiave per trasformare risorse pubbliche (inclusi PNRR e fondi UE) in crescita sostenibile e inclusiva. La transizione della PA non è quindi un progetto solo di tecnologia, ma una leva macroeconomica che influenza competitività, fiducia e stabilità sociale.
Cittadinanza, governance digitale qualità della PA
La cittadinanza si sta ampliando e rafforzando grazie alla governance digitale: identità digitale, servizi online, piattaforme partecipative e open data diventano infrastrutture che abilitano l’esercizio dei diritti, l’accesso ai servizi e la partecipazione alle decisioni pubbliche.
L’OECD evidenzia che politiche di open government data ben progettate migliorano trasparenza, innovazione e capacità di problem solving: nei paesi OECD il punteggio medio dell’OURdata Index è 0,48 su 1, con i paesi più avanzati che si avvicinano a 0,9 grazie a strategie robuste, portali usabili e forte sostegno al riuso dei dati.
Anche l’Italia, pur con margini di miglioramento, partecipa a questa evoluzione, rafforzando il quadro di open government e aderendo da anni all’Open Government Partnership. La PA non è più solo erogatore di servizi, ma architetto di ecosistemi digitali che ridisegnano la relazione con cittadini e imprese: dai portali di servizio alle piattaforme di consultazione e deliberazione civica, fino agli strumenti di monitoraggio aperto dei progetti. Una governance digitale ben progettata rende più comprensibili le scelte pubbliche, aumenta le occasioni di partecipazione informata e contribuisce a democrazie più robuste.
Le due facce della smart governance: PA centrale e PA locale
Quando si parla di PA digitale emergono due grandi “attori”, con sfide in parte sovrapposte e in parte specifiche.
La PA centrale (ministeri, grandi agenzie, enti nazionali) governa le politiche di sistema: deve programmare gli investimenti strategici, coordinare grandi programmi come il PNRR, garantire interoperabilità tra amministrazioni e assicurare che regole e standard digitali siano coerenti e applicabili lungo tutta la filiera pubblica.
La PA locale, in primis i comuni ma anche regioni e province, affronta ogni giorno sfide molto concrete: scegliere gli investimenti più efficaci per il territorio, intercettare e gestire fondi pubblici, digitalizzare i servizi di front office, rendere conto ai cittadini dei risultati ottenuti. Entrambi i livelli condividono la necessità di ottimizzare la spesa pubblica e migliorare la qualità delle decisioni, ma lo fanno con risorse, competenze e contesti molto diversi: per questo il piano editoriale di OpenEconomics dedica focus specifici a PA centrale e PA locale.
Le criticità viste dal territorio
L’approccio corretto alla trasformazione digitale della PA è cruciale per agevolare il lavoro quotidiano di amministrazioni centrali e locali. Che si tratti di accompagnare la trasformazione digitale delle istituzioni, di progettare programmi di sostenibilità o di migliorare concretamente la qualità di vita delle comunità, gli esperti di OpenEconomics dedicati alla Pubblica Amministrazione possono affiancarti nello sviluppo di soluzioni innovative, proattive ed efficienti:
1. Decidere i “cavalli” su cui puntare (valutazione degli investimenti)
a. Supporto alla PA nella scelta delle priorità di spesa tramite modelli di valutazione d’impatto (PIL, occupazione, redditi, gettito, indicatori ESG) e analisi costi‑benefici.
b. Utilizzo di piattaforme come Civiqa per confrontare scenari di policy e alternative di progetto sulla base di dati oggettivi e comparabili.
2. Scouting strutturato dei bandi
a. Motori di ricerca intelligenti e filtri tematici che aiutano enti centrali e locali a individuare bandi europei, nazionali e regionali coerenti con i propri obiettivi di sviluppo.
b. Servizi di alert, profilazione e accompagnamento strategico per costruire una pipeline di opportunità e non lavorare più “a chiamata” sul singolo avviso.
3. Candidature “a regola d’arte”
a. Workflow digitali, template preconfigurati e checklist di conformità per costruire application solide, complete e allineate ai criteri di valutazione dei diversi programmi.
b. Formazione e affiancamento ai team interni per ridurre errori formali, rispettare le scadenze e aumentare il tasso di successo delle candidature.
4. Rendicontazione “by the book”
a. Piattaforme di gestione progetto e moduli di rendicontazione che tracciano spese, milestone, indicatori e documentazione giustificativa in modo integrato.
b. Controlli automatici, audit trail e reportistica pronta per verifiche nazionali ed europee, riducendo il rischio di rilievi e perdita di fond.
5. Comunicazione efficace e valorizzazione delle politiche pubbliche
a. Cruscotti interattivi, infografiche e schede di sintesi che trasformano dati complessi in narrazioni chiare per cittadini, media e stakeholder.
b. Supporto nella costruzione di storytelling basato su evidenze per raccontare risultati, impatti e valore creato dalle politiche, rafforzando fiducia e partecipazione.

Le aree di lavoro della PA centrale
1. Programmazione e valutazione degli investimenti pubblici
a. Analisi ex ante ed ex post delle politiche e dei programmi nazionali.
b. Utilizzo di modelli di impatto e analisi costi‑benefici per orientare le decisioni di spesa.
2. Gestione integrata di fondi europei e nazionali
a. Organizzazione dello scouting e della selezione delle opportunità di finanziamento.
b. Coordinamento di candidature, gestione e rendicontazione dei grandi programmi (PNRR, fondi strutturali, ecc.).
3. Governance digitale, dati e rendicontazione nazionale
a. Implementazione di piattaforme di governance digitale e sistemi di data governance per ministeri e agenzie.
b. Monitoraggio dei risultati, produzione di indicatori e reporting verso Parlamento, Commissione europea e organismi di controllo.

Un ecosistema per la trasformazione digitale della PA
Di fronte a questo quadro, la risposta – dal punto di vista di OpenEconomics – è duplice. Da un lato, serve un ecosistema di strumenti che ruotano attorno a tre assi: decisioni di spesa, analisi degli impatti e public funding per la gestione integrata di bandi e fondi pubblici lungo tutto il ciclo di vita dei progetti. Dall’altro, è imprescindibile una convergenza tra tecnologia e regolazione: solo così gli strumenti digitali diventano davvero leve che portano valore, e non l’ennesimo adempimento.
Da anni OpenEconomics esplora questi temi e, con Civiqa, sta mettendo a punto una piattaforma di governance digitale e un set di competenze che aiutano la PA a esprimere fino in fondo il proprio ruolo di motore di sviluppo economico e sociale e di garante di partecipazione informata alle decisioni pubbliche. L’obiettivo del piano editoriale è raccontare questo percorso, mettendo sempre al centro i problemi reali delle amministrazioni e le soluzioni concrete che possono rendere la trasformazione digitale della PA un’opportunità, e non un ulteriore peso.










