Turismo in Italia. Analisi di impatto economico

OpenEconomics ha effettuato uno studio degli impatti della spesa turistica in Italia con l’obbiettivo di quantificarne ed evidenziarne i benefici, sia diretti che indiretti. Tale analisi mira, infatti, a stimare gli impatti della spesa in termini monetari, sintetizzati in un set di indicatori di prassi tra cui i principali sono il Prodotto Interno Lordo (PIL), l’Occupazione, i Redditi delle famiglie e il Gettito fiscale.

Lo studio è stato presentato al Forum internazionale del turismo, che si è tenuto a Baveno, sul lago Maggiore, lo scorso fine novembre 2023.

Ai fini dello studio è stato individuato il perimetro del territorio italiano nel suo complesso, considerando una disaggregazione sia a livello regionale che provinciale. Lo strumento di elezione per la stima quantitativa di tali grandezze è la Matrice di Contabilità Sociale (Social Accounting Matrix – SAM), che fornisce una rappresentazione dell’economia basata sui dati statistici nazionali (fonte ISTAT, Eurostat e OECD) consentendo di simulare il comportamento delle catene del valore di una regione economica in reazione ad uno stimolo di spesa. Per applicare questa metodologia di analisi al presente studio, la spesa turistica è stata utilizzata come stimolo del modello economico per quantificare il contributo diretto, indiretto e indotto sull’economia locale e nazionale nel 2022.

Il modello SAM permette di distinguere fra gli impatti diretti, indiretti e indotti su PIL e occupazione. In particolare, dei 255 miliardi di impatto sul PIL nazionale, il 22% deriva dall’impatto diretto, ovvero dalla domanda di beni e servizi da parte dei settori produttivi coinvolti.

La percentuale di PIL indiretto, ossia l’impatto determinato dall’aumento di domanda e offerta nelle catene di fornitura attivate, a monte e a valle, è pari al 15%, mentre oltre la metà (63%) dell’impatto complessivo sul PIL è di natura indotta, ossia derivante dalla re-immissione dei redditi da lavoro percepiti dalle famiglie sotto forma di consumi e dal re-investimento delle entrate fiscali in forma di spesa pubblica.

L’impatto complessivo di 255 miliardi di euro sul PIL andrà a beneficio di tutto il territorio nazionale. La Lombardia, con 52 miliardi di euro, e il Veneto con 32 miliardi di euro, anche in virtù della spesa diretta, assorbono rispettivamente il 20% e il 12,5% dei benefici sul PIL complessivo. Il Lazio beneficia di 30 miliardi di euro (12%), l’Emilia-Romagna di 26 miliardi di euro (10%), la Toscana di 21 miliardi di euro (8%) e la Campania di 15 miliardi di euro (6%).

Per quanto riguarda l’occupazione, il turismo in Italia genera oltre 3 milioni di occupati equivalenti a tempo pieno in maniera diretta, indiretta e indotta. Così come per la propagazione del PIL, la maggior parte degli occupati (67%) derivano dall’impatto indotto sull’occupazione, mentre il 21% degli occupati sono generati dall’impatto diretto, ovvero dalla domanda di bene e servizi da parte dei settori produttivi coinvolti.

La spesa totale, determinata dai consumi dei turisti in Italia attiva in modo diretto, indiretto e indotto gran parte delle filiere produttive che compongono il tessuto economico nazionale.

I settori che beneficano maggiormente della spesa turistica in Italia, sia in termini di impatto sul PIL sia in termini di occupazione, sono i settori dei servizi.

L’impatto sul PIL è infatti ridotto nei settori dell’industria e dell’agricoltura (inserita nella voce altri settori), che assorbono complessivamente il 20% degli impatti sul PIL.I restanti settori, che fanno parte della macroarea dei servizi, assorbono quasi la totalità dell’impatto (80%), con un effetto moltiplicativo più elevato nei settori dei servizi immobiliari e dei servizi alle imprese (20%), nel settore che include scuola e sanità (19%), e in quello del commercio e dell’alloggio e ristorazione, che complessivamente raccolgono il 33% dell’impatto sul PIL complessivo.

In termini occupazionali è possibile osservare un andamento simile, con impatti ridotti per l’agricoltura e l’industria che assorbono il 14% dell’impatto a livello occupazionale, mentre il restante 86% viene assorbito dai settori dei servizi. Prendendo in considerazione questi ultimi, la maggior parte dell’occupazione viene generata nel settore di scuola e sanità (32%). Seguono il settore del commercio (16%) e dell’alloggio e ristorazione (16%), mentre il settore dei trasporti genera l’8% dell’occupazione derivante dalla spesa turistica.

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